Settimana delle Culture
Mostre

Angeli mortali

Mostra fotografica di Salvo Agria (Aso Art) a cura di Andrea Guastella, direzione artistica Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona. Organizzata dall’Associazione Culturale Aurea Phoenix.

Sir Francis Bacon – il filosofo, non il pittore – diceva che nel gran teatro del mondo solo a Dio e agli angeli è consentito far da spettatori. E gli angeli, in effetti, sono sovente rimasti in alto, defilati, a contemplare le vicende allegre o tristi dei mesti abitatori della terra. Ciò è tanto più vero se ci riferiamo alle chiese o ai palazzi del passato. In questi immensi panottici la posizione degli angeli è eminente anche in senso spaziale: si pensi alle grandi volte affrescate dove, come nell’incipit folgorante del Gattopardo, gli dei in concilio attendono la fine de tran tran quotidiano – la recita biascicata del rosario – per destarsi e regnare incontrastati. Sarà stato durante una di queste pause, di questi momenti di vuoto che gli angeli si son fatti catturare. Ma sono davvero i personaggi degli affreschi o semplici attori sorpresi a recitare? Salvo Agria, in arte Aso, pratica la pittura da prima del video o della fotografia. Niente di strano perciò che i suoi Angeli mortali oscillino tra la compostezza delle pose e la libertà assoluta dei colori che, in una sorta di slow motion, si distendono sui loro stessi corpi. Come ha scritto Daniela Fileccia, egli “ha trovato un suo linguaggio in cui celebrare l’unione tra realtà e invisibile e in cui la pittura, animata dalla luce, diventa materia angelica per i mortali. Questi corpi fragili sono nobilitati dalla forma che resta classica. La simmetria e le forme geometriche accolgono l’impermanenza e la vulnerabilità e così facendo trasformano il caos in cosmos […]. La danza macabra che i modelli agiscono si svolge nello spazio sacro di affreschi e tele e in questo spazio cade ogni confine tra interno e esterno, figura e sfondo, visibile e invisibile, realtà e pittura”. In quanto angeli i suoi soggetti saranno pure, come diceva Bacon, comuni “spettatori”; e tuttavia chi, assistendo a uno spettacolo, non si è sentito addosso gli occhi degli astanti? Chi non ha avuto la certezza di recitare, per la curiosità del prossimo, da vero mattatore? Gli angeli di Aso ne sono consapevoli: perciò sono mortali. Perciò riescono nell’impossibile impresa di mostrarci, presente e vivo, ciò che nessuno può vedere. (Andrea Guastella)

La rassegna, a cura di Andrea Guastella, prevede la collocazione nel salone d’onore di Palazzo Oneto e negli ambienti adiacenti di una serie di foto che riprendono i personaggi degli affreschi, come fossero discesi dal cielo sulla terra. Correda la mostra il video “Eufrosina”, che ripercorre, a passo di danza, la storia di un’antica abitatrice di Palazzo Oneto.

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